Lagarde (Bce) riconosce che l’aumento dell’inflazione è dovuto soprattutto alla speculazione ed ai profitti delle aziende. Ma i tassi d’interesse continueranno ad aumentare…

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Lagarde (Bce) riconosce che l’aumento dell’inflazione è dovuto soprattutto alla speculazione ed ai profitti delle aziende. Ma i tassi d’interesse continueranno ad aumentare…

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La presidente della Bce Christine Lagarde ha spiegato ieri a Sintra, Spagna che “La prima fase di rialzi dei prezzi è stata guidata dalle imprese, che hanno reagito al forte aumento dei costi dei fattori di produzione difendendo i propri margini e trasferendo l’aumento dei costi sui consumatori. L’intensità di questa reazione è stata insolita. Durante precedenti shock le imprese avevano avuto la tendenza ad assorbire l’aumento dei costi nei margini di profitto, poiché una crescita più lenta rendeva i consumatori meno disposti a tollerare aumenti dei prezzi. Ma le condizioni speciali che abbiamo vissuto l’anno scorso hanno stravolto questo schema. L’ampiezza della crescita dei costi di input ha reso più difficile per i consumatori giudicare se gli aumenti dei prezzi fossero causati da costi più elevati o profitti più elevati, alimentando un trasferimento dei costi più rapido e più forte. Allo stesso tempo, la domanda repressa nei settori in riapertura, i risparmi in eccesso, le politiche espansive e le restrizioni dell’offerta causate da colli di bottiglia hanno dato alle aziende più spazio per testare la domanda dei consumatori con prezzi più alti.Per questo motivo, i profitti unitari hanno contribuito per circa due terzi all’inflazione nel 2022, mentre nei 20 anni precedenti il ​​loro contributo medio era stato di circa un terzo”.

“Il reale impatto dell’aumento dei tassi di interesse deve ancora farsi sentire in tutta Europa”, dichiarano intanto gli analisti di S&P Global Ratings nel rapporto pubblicato oggi The Slow Burn of Rising (Real) Rates. Prevedono che “le condizioni del credito si inaspriranno ulteriormente man mano che le banche centrali cercheranno di tenere sotto controllo l’inflazione e ripristinare la stabilità dei prezzi, cosa che non dovrebbe accadere nella zona euro prima del 2025“. E così, avverte l’agenzia di rating, “gli emittenti di grado speculativo (dal BB in giù, ndr) sono maggiormente a rischio, in particolare quelli con leva finanziaria più elevata, scarso flusso di cassa operativo libero e scadenze imminenti”. Il tasso di insolvenza societaria europea di grado speculativo “dovrebbe ora raggiungere il 3,6% entro marzo 2024, in aumento rispetto al 2,8% di marzo 2023”.

Piuttosto che colpire i profitti meglio alzare i tassi

La Lagarde, nonostante abbia individuato nei profitti e nella speculazione la principale causa dell’inflazione, e solo minimamente nei moderati aumenti dei salari che ne sono conseguiti un po’ a macchia di leopardo, continua a sostenere come siano gli aumenti costanti dei tassi lo strumento principe per combattere l’inflazione. Dunque non la tassazione di profitti ed extraprofitti, anche per scoraggiare dinamiche speculative, bensì andare ad incidere sulla carne viva di imprese e consumatori, rendendo più arduo l’accesso al credito e destinando sempre più risorse finanziarie al pagamento di mutui e finanziamenti.

La Bce dunque, nell’annunciare un nuovo aumento per luglio, non ne esclude di nuovi, che saranno valutati volta per volta, secondo le condizioni del momento. Ed anche se qualche segnale di contrazione della spinta inflazionistica si riscontra, non si vede ancora, secondo Christine Lagarde, l’uscita dal tunnel.

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