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La Regione Emilia Romagna cerca di forzare i tempi per la richiesta di referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata su iniziativa delle Regioni

La Regione Emilia Romagna forza i tempi per aderire alla richiesta di referendum abrogativo della legge Calderoli sull’autonomia differenziata, prima delle dimissioni del governatore Bonaccini (attese tra l’11 o il 12 luglio), neoeletto parlamentare europeo.

Per richiedere il referendum servono le deliberazioni di almeno cinque Consigli regionali. Senza l’Emilia-Romagna, il fronte dei governatori progressisti non avrebbe il numero minimo. Da sole SardegnaToscana, Puglia e Campania non potrebbero chiedere il referendum. Il tentativo di cercare una sponda a destra, coinvolgendo Calabria e Basilicata – Regioni a guida Forza Italia e contrarie alla legge – è in corso ma non è certo la strada maestra. Intanto nasce il Coordinamento regionale sull’autonomia, che mette insieme le cinque regioni contrarie alla legge Calderoli: la presidente della Sardegna Alessandra Todde (del Movimento 5 stelle) farà da “collante” con gli altri quattro governatori del Pd, anche perchè è l’unica potenzialmente in grado di fare ricorso alla Consulta in qualità di Regione a Statuto speciale. Se dovesse saltare la richiesta da parte delle cinque Regioni, l’unica alternativa rimarrebbe la raccolta di 500mila firme.

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