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UN ALTRO PASSO VERSO LA GUERRA. L’ATTENTATO TERRORISTICO A MOSCA E LE DICHIARAZIONI DEL LEADER POLACCO CI AVVICINANO ULTERIORMENTE AD UN TERZO CONFLITTO MONDIALE

Luciano Graziuso

Come purtroppo ben sappiamo, il 22 marzo scorso un gruppo di spietati terroristi è riuscito ad entrare nel “Crocus City Hall”, celebre teatro di Mosca, ed ha aperto il fuoco su dei civili inermi causando 140 morti e 180 feriti.

Anche di fronte ad un fatto di estrema gravità come questo, però, la reazione degli USA e di tutta l’Europa in generale è stata a dir poco imbarazzante. Gli Stati Uniti in particolare si sono distinti, come spesso succede, per scarso tempismo e sensibilità: a meno di un’ora dall’attentato, infatti, e soprattutto ancor prima di esprimere parole di vicinanza ai colpiti e di condanna per quanto successo, hanno subito affermato, tra l’altro senza che nessuno glielo avesse chiesto, che l’Ucraina non c’entrava nulla. Successivamente, a pochissime ore di distanza (…!), hanno addirittura stabilito il colpevole: l’Isis. A ruota, tutta la stampa italiana ed europea (ovviamente, come al solito, senza porsi la benché minima domanda) aveva preso per verità assoluta la versione americana, e così la mattina seguente ci siamo ritrovati con la stragrande maggioranza dei quotidiani che riportavano in prima pagina “E’ stato l’Isis”. All’indomani dell’accaduto è finalmente arrivata qualche manifestazione, più che altro di circostanza, di solidarietà alla Russia, da parte di qualche esponente politico e di alcuni giornalisti nei propri articoli; però, si sa, ogni occasione è buona per gettare fango su Putin e sul suo Paese e dunque, oltre alla narrazione dei fatti ed alla condanna della strage, sono subito comparse pagine su pagine in cui si scaricava la responsabilità sullo stesso Stato russo, che veniva accusato, nella migliore delle ipotesi, di “scarsa attenzione” o “negligenza” e, nella peggiore, di essersi attaccato da solo -questa la versione di Zelenski- per rafforzare il proprio sostegno popolare (come se ne avesse avuto bisogno…).

Non si è potuto fare a meno di notare il doppiopesismo occidentale se si confrontavano le reazioni di politici ed informazione in occasione degli attentati islamisti avvenuti in Francia qualche anno fa e quest’ultimo del Crocus: mentre ai primi si reagiva con immediata e veemente condanna e si esprimeva il più sentito cordoglio per le vittime innocenti di tanta barbarie, non abbiamo visto assolutamente nulla di ciò nel caso moscovita; per di più, non ricordiamo alcun rimprovero rivolto ai cugini d’Oltralpe riguardo alle misure di sicurezza, ritenute invece, stavolta, più o meno esplicitamente, trascurate. Circa due settimane prima, infatti, i servizi segreti americani avevano avvertito la Russia di possibili attentati sul suo territorio.Ora che sta venendo a galla la verità, in seguito alla cattura dei personaggi coinvolti nella strage terroristica ed alle indagini svolte, si è infatti scoperto che c’entra sì l’Isis, ma che, quasi certamente, è stato coadiuvato, ahinoi, da Ucraina, Stati Uniti e Gran Bretagna. Il capo dei servizi segreti russi, infatti, ha affermato che “Gli attentatori sono stati addestrati da Kiev in Medio Oriente” e che nell’attentato “vi è un coinvolgimento di USA e Regno Unito”; i tre stati accusati hanno respinto tutte le accuse.

Ovviamente nessuno può sapere al 100% come stiano i fatti; è però innegabile che vi siano una serie di circostanze che facciano pensare che la versione russa sia la più attendibile:1) quattro dei cinque esecutori materiali della strage sono stati catturati vicino al confine ucraino;2) l’Ucraina, oltre a non essere affatto nuova a questi attentati terroristici (non bisogna dimenticare, tra le altre cose, l’assassinio di Daria Dugyna e l’abbattimento dell’unico ponte che collegava la Crimea alla Russia, oltre ai vari bombardamenti su civili effettuati soprattutto sulla città di frontiera di Belgorod) ha tutto l’interesse a colpire il Paese suo acerrimo nemico, così come lo hanno i suoi alleati;3) i motivi di contrasto tra l’Isis e la Russia risalgono a molti anni fa, mentre è più che mai attuale il conflitto tra quest’ultima e la NATO: ciò avvalora in particolare la teoria di guerriglieri islamici addestrati da Kiev;4) pur non essendo un punto importante quanto i tre precedenti, il fatto che gli USA, senza essere interpellati, abbiano messo immediatamente le mani avanti per scagionare l’Ucraina non fa che aumentare i sospetti.

Comunque stiano le cose, è chiarissimo che questo attentato non ha fatto altro che ridurre ulteriormente le già flebili speranze di un negoziato di pace e ci ha avvicinati ulteriormente al rischio di un terribile conflitto diretto tra NATO e Russia. Infatti, purtroppo, il direttore dell’FSB Alexander Bortnikov ha di recente dichiarato che risponderanno “con misure di rappresaglia all’attacco terroristico subito”. Come se non bastasse, il viceministro degli Esteri polacco ha pensato bene di gettare altra benzina sul fuoco affermando testualmente: “Stiamo considerando di abbattere i missili russi anche quando siano vicini al confine”; l’Unione Europea conferma la massima vicinanza all’ Ucraina e l’assoluto impegno a sostenerne la causa e gli interessi “finché sarà necessario”, cioè fino alla sconfitta russa; infine, proprio oggi ci ha pensato Biden a metterci il carico da 90 definendo Putin un “macellaio”, ma ha dimenticato il suo diretto coinvolgimento, al fianco di Israele, con l’invio di armi e il sostegno politico e militare, nello sterminio di oltre 32.000 palestinesi. A proposito di Israele e di armi, il nostro governo ha nuovamente provato a negare le forniture allo stato ebraico ed è stato un’altra volta clamorosamente smentito, stavolta dalla Farnesina; insomma, le menzogne di Meloni & company agli italiani continuano senza sosta in qualunque situazione…

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