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A Luigi Tenco, grande e rivoluzionario cantautore europeo.

Manuel M Buccarella

“Non si vive per riuscire simpatici agli altri. A me i soldi, il successo, non interessano, li lascio a quelli più furbi di me in questo genere di cose.” (Luigi Tenco)

Luigi Tenco nasceva a Cassine, un piccolo comune in provincia di Alessandria, il 21 marzo 1938, anche se la vera formazione artistica del cantautore avviene a Genova. Tenco viene considerato a buon motivo, infatti, come uno dei più autorevoli esponenti della scuola genovese, al fianco di autori del calibro di Fabrizio De André, Bruno Lauzi, Sergio Endrigo, Gino Paoli, Giorgio Calabrese, i New Trolls, Ivano Fossati, i fratelli Gian Franco e Gian Piero Reverberi.

Il cantautore morirà in circostanze tragiche a Sanremo il 27 gennaio 1967.

Nel 1962  Luigi Tenco pubblicava l’album Mi sono innamorato di te. Il disco conteneva il brano omonimo, conosciutissimo fino ai giorni nostri, scritto e interpretato da Tenco ed arrangiato dal maestro Giampiero Boneschi, che forte anche della formazione jazz, conferirà al brano tonalità non propriamente da musica leggera. Anche Tenco era un amante del jazz, tanto che i suoi esordi musicali abbracciavano questo raffinato genere.

Uscì come singolo solo nel 1964. Il brano è meraviglioso, non solo per i testi ma anche per musica ed arrangiamenti. Il pianoforte suonato lentamente ed un po’ jazz, nei bassi come nelle note più alte e nel dipanarsi delle melodie, con l’orchestra d’archi che accompagna la voce, calda e drammatica.

Il significato della canzone non fu capito da tutti, almeno nell’immediato, ciò a conferma del fatto che l’artista suonava a volte come un po’ “incompreso” nel panorama della musica leggera del tempo. Tenco, al pari di Fabrizio De André,suo grande amico ed estimatore, era un anticonformista ed un innovatore,era “uno che stava avanti”, insomma.

“Mi sono innamorato di te”, alla fine, come affermato dall’autore medesimo, “è una onesta dichiarazione d’amore, con tutte le sue verità”. Il testo è bellissimo, non un tentativo di sfuggire alla noia attraverso la ricerca di un donna, come disse qualcuno leggendo questi bellissimi versi: «Mi sono innamorato di te/perché non avevo niente da fare/ il giorno volevo qualcuno da incontrare/ la notte volevo qualcuno da sognare».

La canzone è stata tributata di diverse cover, tra le più significative quella di Ornella Vanoni nel 1969, quella di Johnny Dorelli, Mina, Tiziano Ferro etc.

Luigi Tenco era e rimane uno dei più grandi e rivoluzionari cantautori italiani di tutti i tempi.

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