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Appello ai politici meridionali contro l’autonomia differenziata

Crocifisso Aloisi

Se qualcuno degli esponenti politici meridionali pensa di far passare l’autonomia differenziata perché i rispettivi referenti politici nazionali hanno preso accordi per far passare il premierato come contropartita oppure perché pensano di avere assicurato il posto in un qualunque parlamento o consiglio, sempre come personale contropartita oppure pensano di addolcire la pillola con i fantomatici Lep che, alle condizioni attuali, non consentiranno mai di colmare i gap territoriali frutto di decenni di politiche predatorie ai danni di milioni di cittadini meridionali oppure se i loro padrini politici nazionali pensano di zittire noi cittadini meridionali perché le nostre colpe sarebbero da addebitare alla nostra classe dirigente (che avrà anche le sue responsabilità o colpe, certo, che però non sono molto differenti dalle responsabilità o dalle colpe di tantissimi dirigenti del nord che hanno riempito le cronache giudiziarie per altrettanto episodi di malaffare e corruzione, basta vedere i report di Guardia di Finanza o della Corte dei Conti per comprendere che la patente di onestà istituzionale non ha colore politico o differenze territoriali) non evidenziando il fatto che la differenza principale tra amministratori pubblici del nord e del sud sono sostanzialmente il monte risorse pubbliche a disposizione (e non quelle ciclicamente promesse al Sud ma mai fatte concretamente arrivare alle amministrazioni meridionali) che consentono a quelli del nord di fare , strafare ed anche depredare risorse mentre invece a quelli del sud, al netto delle immancabili azioni predatorie, rimane pochissimo (o nulla rispetto al poco che arriva dallo Stato centrale) per fare anche il minimo previsto e che spesso non consente di garantire diritti costituzionali o in molti casi addirittura neanche diritti umani !!dicevo se i politici meridionali con i loro padrini politici nazionali pensano di fare tutto ciò sappiano che incontreranno ovunque barricate non solo per fermare questo “progetto eversivo” (come lo ha definito a suo tempo il presidente dello SVIMEZ) ma anche per rivedere e mettere mano alla nefasta (per il Sud) riforma del titolo V della Costituzione che ha generato le condizioni per parlare oggi anche di autonomie differenziate.

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