Manuel M Buccarella
Nel giorno del 68esimo compleanno di Paul Young (nato a Luton, Inghilterra, il 17 gennaio 1956), proponiamo il successo Wherever I Lay My Hat (That’s My Home), che nel 1983 raggiunse il primo posto in classifica nel Regno Unito e che si affermò nelle vendite anche in altri paesi. Il brano, contenuto nell’album di esordio dell’artista, “No Parlez”, che lo lanciò a livello internazionale, è una cover dell’omonimo singolo del grande Marvin Gaye, pubblicato nel 1962.
La differenza tra il pezzo di Gaye e la versione di Paul Young, che ha poi avuto maggiore successo, è notevole. Il singolo dell’artista afroamericano rientra nella tradizione del primo soul americano, con tanto di sezione fiati e ritmica in evidenza. Il brano interpretato da Young è invece inevitabilmente più moderno, atmosfere contraddistinte dalle tastiere e dalla voce sublime del cantante, uno dei principali esponenti del soul bianco, che alterna alti e falsetto in un’interpretazione passata alla storia.
Cenni sulla carriera
Prima di iniziare la carriera solista nel 1983, Paul Young fu anche chitarrista e bassista e ha collaborato con i gruppi musicali Kat Kool & The Kool Kats e Streetband. Ha inoltre fatto parte dei più noti Q-Tips, di cui è stato il cantante solista. Il periodo di maggior successo tra gli anni Ottanta e Novanta. La sua carriera è stata in parte condizionata da alcuni importanti problemi alle corde vocali. I principali successi sono costituiti da cover di grandi artisti soul come Marvin Gaye, Hall & Oates.Famoso nel 1984 con “Love of the Common People”, partecipò anche nel 1991 a “Senza una donna (Without a Woman)” di Zucchero.
Negli anni successivi, anche a causa dei citati problemi di salute, le uscite discografiche di Paul Young si sono fortemente ridotte, con una parziale deviazione verso la musica country.