NonSoloMusicaMagazine

Attacchi iraniani nel Kurdistan iracheno ed in Siria contro presunti obiettivi israeliani (Mossad), statunitensi e dell’Isis.

epa11081812 A general view shows the destroyed home of Iraqi Kurdish businessman Peshraw Dizayee, who was killed along with other members of his family, in an overnight missile attack targeting the city of Erbil, northern Iraq, 16 January 2024. The Kurdistan Region Security Council (KRSC) stated that at least four civilians were killed and six others injured after the Iranian Revolutionary Guard (IRGC) carried out a ballistic missile attack on the city of Erbil late on 15 January. EPA/GAILAN HAJI

Il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica dell’Iran ha lanciato diversi attacchi con missili balistici contro presunti obiettivi di spionaggio israeliano e una base che ospita personale militare statunitense nella regione del Kurdistan iracheno.

Un altro attacco missilistico a lungo raggio, rivendicato dall’IRGC medesimo , ha colpito obiettivi nel nord della Siria, presumibilmente collegati al cosiddetto Stato islamico.

Gli attacchi contro obiettivi in Siria sono arrivati in risposta al devastante bombardamento rivendicato dall’Isis a Kerman in Iran all’inizio di quest’anno, in cui almeno 103 persone sono state uccise, secondo i media statali iraniani. Secondo quanto riferito, la presunta base del Mossad nella capitale della regione del Kurdistan iracheno è stata collegata a diverse uccisioni mirate di alti comandanti dell’IRGC a partire dal 7 ottobre. L’attacco ha ucciso ad Erbil anche il magnate del petrolio Peshraw Dizayee, che secondo quanto riferito avrebbe facilitato le esportazioni di petrolio verso Israele.

In totale, le autorità locali riferiscono di almeno quattro morti e cinque feriti. Le basi della coalizione guidata dagli Stati Uniti in Siria e Iraq sono state prese di mira più di 100 volte dall’offensiva palestinese del 7 ottobre, con razzi e attacchi minacciosi da parte di varie milizie non statali come rappresaglia per il sostegno di Washington alla guerra di Israele a Gaza. Di conseguenza, gli Stati Uniti hanno aumentato la propria presenza militare in Iraq e Siria con 1.500 soldati, annunciati ufficialmente all’inizio di gennaio.

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti