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A 25 anni da Faber

Manuel M. Buccarella

“ Certo bisogna farne di strada Da una ginnastica d’obbedienza Fino ad un gesto molto più umano Che ti dia il senso della violenza Però bisogna farne altrettanta Per diventare così coglioni Da non riuscire più a capire Che non ci sono poteri buoni”

25 anni fa, l’11 gennaio 1999, ci lasciava il grande cantautore genovese Fabrizio De André. Il grande “Faber” ci lasciava a causa del suo tabagismo, per un tumore ai polmoni.

Fabrizio De André è stato uno dei più grandi cantautori italiani ed europei. Può definirsi in qualche modo anche uno storyteller, un cantastorie, in considerazione della struttura accordata ai testi di molte delle sue canzoni. La sua tecnica di composizione delle liriche in verità lo fa somigliare più ad un trovatore medievale. Secondo la “Treccani” “il trovatore rappresentava il nuovo poeta, uscito da una particolare società e nutrito d’una speciale sensibilità umana e lirica”, definizione che si attaglia alla grandezza dell’autore.  L’opera di De André, inoltre, è spesso collegata alla letteratura ed alla storia, soprattutto francese e di lingua francese. Anzi è essa stessa letteratura.

In quasi quarant’anni di attività, De André ha inciso quattordici album in studio, più alcune canzoni pubblicate solo come singoli e poi riedite in antologie. Molte sue canzoni raccontano storie di emarginati, ribelli e prostitute, e alcune per il loro valore poetico sono accolte da antologie scolastiche già dai primi anni settanta. Pacifista e dichiaratamente anarchico, “Faber” ispira inevitabilmente molte delle sue canzoni alle sue posizioni politiche e spirituale.

“Il Testamento”

Ricordiamo l’ artista genovese con il brano “Il Testamento”, e non può essere diversamente in considerazione del grande “lascito” artistico e culturale dell’artista genovese.

Il brano viene pubblicato come singolo la prima volta nel 1963, con l’arrangiamento musicale di Giampiero Boneschi, come lato A, nel 45 giri “Il testamento/La ballata del Miché”.Il brano fu riproposto nel 1968, in un nuovo 45 giri insieme a “Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers”, in nuova versione rispetto alla precedente del 1963.                                     

Il testo è ironico, scherza sulla morte e mette in risalto alcune ipocrisie sulla morte.  L’argomento era stato proposto dal cantautore francese Georges Brassens, che nel 1955 aveva musicato alcuni versi del testo quattrocentesco di François Villon “Le testament”. Nel 1961 il cantautore e poeta belga Jacques Brel aveva inciso “Le Moribond”, da cui De André prende diversi spunti dal testo.

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