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Censura a danno dei “pro Palestina” su Twitter ed i principali social.

Twitter ha lanciato una massiccia epurazione contro i grandi account che hanno postato a sostegno della Palestina. L’epurazione ha portato via noti attivisti, blogger, podcast, giornalisti come Alan Mcleod e persino alcuni esponenti del mainstream critico come Ken Klippenstein di Intercept e Steven Zetti del Texas Observer.

Nonostante si sia presentato come una sorta di “ribelle” e guardiano della libertà di parola, Elon Musk ha collaborato con i governi occidentali per eliminare qualsiasi opposizione a questioni di significativa preoccupazione per le istituzioni di politica estera. Che si tratti dell’Ucraina o di Israele, Musk ha utilizzato la sua piattaforma per schiacciare qualsiasi dissenso o mettere in discussione le narrazioni consolidate. Tuttavia, non è solo Twitter. Le pagine dell’ agenzia si stampa indipendente Red su Meta sono attualmente censurate, mentre l’ account TikTok è stato geo-bloccato, il che significa che i follower europei non possono vedere nessuno dei loro contenuti. La censura politica è chiaramente diventata una caratteristica di queste app, ancor più dopo la guerra di Israele contro Gaza. I media mainstream non solo sono rimasti in silenzio su questa censura, ma l’hanno attivamente incoraggiata e hanno affermato che si tratta di una sorta di crociata contro “l’antisemitismo”.

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