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ISRAELE VIOLA UN LUOGO SACRO DELL’ISLAM A GERUSALEMME

Si aggravano le tensioni tra israeliani e palestinesi

Luciano Graziuso

In pieno Ramadan il mondo intero deve registrare un fatto gravissimo accaduto a Gerusalemme: poliziotti israeliani hanno fatto irruzione nella moschea di Al-Aqsa armati di manganelli, lacrimogeni e granate, con la scusa che dentro vi erano dei “sobillatori”; le tv europee hanno mostrato qualche scena di donne malmenate e trascinate via a forza, il bilancio finale è di 200 palestinesi feriti e 400 arrestati.

Molti paesi arabi hanno elevato proteste contro un atto di singolare brutalità compiuto per di più in un luogo sacro, anzi il più sacro al mondo per i musulmani.

C’è da pensare che Israele abbia appositamente evitato che le proprie forze dell’ordine disponessero di armi da fuoco, onde scongiurare una reazione ancora più sdegnata del resto del mondo arabo e magari l’inizio di una nuova “intifada “da parte palestinese; si è fatta sentire, stavolta, anche l’ONU, che ha parlato di violenze inaudite e si è detta “scioccata” per dei fedeli che pregavano presi a manganellate.

La stessa ONU che però spesso ha taciuto in molte altre occasioni e in più di 70 anni non è stata capace di far rispettare nessuna delle centinaia di “risoluzioni” che ha dovuto emettere contro lo stato ebraico dal 1948 in poi per le gravissime violazioni commesse da quest’ultimo, come deportazioni di palestinesi dai propri villaggi, distruzione di case e mancato rispetto dei diritti umani ecc.

L’irruzione della polizia nella moschea di Al-Aqsa ph Lapresse (AP Photo/Mahmoud Illean)

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