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54 anni fa moriva a Milano l’ anarchico Giuseppe Pinelli, “cadendo” da una finestra della Questura.

Manuel M Buccarella

Il 12 dicembre 1969 vi fu a Milano la strage di piazza Fontana alla Banca Nazionale dell’ Agricoltura. Le indagini si orientarono immediatamente verso i gruppi politici della sinistra extraparlamentare e verso i gruppi anarchici: furono fermate 80 persone, tra queste c’era anche il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli. In verità la strage fu commessa dalla destra eversiva su commissione dei servizi segreti deviati in combutta con intelligenze straniere, probabilmente la Cia.

A convocare Pinelli, intorno alle 18.00 di quel ‘venerdì nero’, quel 12 dicembre 1969, è il commissario Luigi Calabresi. È lui a prelevarlo dal circolo di via Scaldasole. Il commissario, al volante della “850” blu della polizia e Pino, a cavallo del motorino “Benelli”, raggiungono la Questura di via Fatebenefratelli. Che cosa accadde nei tre giorni successivi nessuno lo ha mai saputo dire con esattezza.

Tre giorni dopo, il 15 dicembre 1969, poco dopo lo scoccare della mezzanotte, il ferroviere 41enne “cadde” dalla finestra della stanza al quarto piano nella quale lo stavano interrogando.

«Per il caldo era stata lasciata socchiusa e si è lanciato nel vuoto». La prima versione parla di «suicidio». Pinelli si sarebbe gettato perché durante l’interrogatorio, sentendosi perso, non era riuscito a fornire un alibi valido.

La famiglia viene avvisata da alcuni giornalisti. Camilla Cederna, Giampaolo Pansa e Corrado Stajano, nel cuore della notte, vanno a casa Pinelli. La moglie Licia chiama in questura, vuole sapere perché non l’hanno avvisata. Rispondono: “Non avevamo tempo”.

La morte di Pino Pinelli viene poi classificata come “morte accidentale”, poi addirittura come “malore attivo”: l’ anarchico si sarebbe sentito male non riuscendo a fornire un alibi credibile agli inquirenti durante l’interrogatorio e nel tentativo di prendere aria, sarebbe caduto nel vuoto dalla finestra. In verità la morte di Pinelli fu un omicidio. L’ episodio segnò la condanna a morte per il commissario Calabresi.

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