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Un signor artista chiamato Vinicio Capossela

Manuel M Buccarella

Celebriamo oggi la figura di Vinicio Capossela, uno dei più autorevoli cantautori ed artisti del nostro paese. La sua produzione in verità ha un respiro assolutamente internazionale.

Vinicio nasce 58 anni fa, il 14 dicembre 1965, ad Hannover in Germania, da genitori originari dell’ Irpinia. Ritornerà in Italia in Emilia Romagna, al seguito della famiglia.

Capossela ha inciso sinora 12 album in studio. È uno tra gli artisti con il maggior numero di riconoscimenti da parte del Club Tenco (sei Targhe Tenco e un Premio Tenco alla carriera). La sua cifra stilistica, che abbraccia diversi generi rielaborandoli, dal jazz al folk, si ispira con una certa evidenza a quella incarnata dal grande Tom Waits. Capossela è un grande polistrumentista ed apprezzato autore di liriche.

I dodici album pubblicati sono tutti di impatto, da “Camera a sud” del 1994 a “Il ballo di San Vito” del 1996, da “Rebetiko Gymnastas” del 2012 a “Canzoni della cupa” del 2016 fino all’ ultimo, molto bello, “Tredici canzoni urgenti “.

A me piace ricordare Vinicio Capossela con uno dei brani più intensi e struggenti, “Non è l’ amore che va via”, che apre proprio l’ album “Camera a sud”, un brano fortemente jazzato nella struttura melodica e dalle liriche malinconiche (“Ma non è l’amore che va via Il tempo sì,
Ci ruba e poi ci asciuga il cuor. Sorridimi ancor. Non ho più niente da aspettar
Soltanto il petto da uccello di te…
Soltanto un sonno di quiete domani…”)

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