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6 novembre 1985, Bettino Craxi: “riconosco legittima la lotta armata dei Palestinesi”.

Correva l’anno 1985, era il 6 ottobre, quando il presidente del Consiglio in carica, il socialista Bettino Craxi parlò alla Camera dei Deputati dei rapporti dell’Italia con i paesi arabi e della questione palestinese.

“Ebbene se la questione nazionale palestinese esiste, anche l’azione dell’Olp deve essere valutata con un certo metro, che è il metro della storia. Vedete, io contesto all’Olp l’uso della lotta armata non perché ritenga che non ne abbia diritto, ma perché sono convinto che lotta armata e terrorismo non risolveranno il problema della questione palestinese. L’esame del contesto mostra che lotta armata e terrorismo faranno solo vittime innocenti, ma non risolveranno il problema palestinese. Non contesto però la legittimità del ricorso alla lotta armata che è cosa diversa”.

Il riferimento a Giuseppe Mazzini:

“Quando Giuseppe Mazzini, nella sua solitudine, nel suo esilio, si macerava nell’ideale dell’unità ed era nella disperazione per come affrontare il potere, lui, un uomo così nobile, così religioso, così idealista, concepiva e disegnava e progettava gli assassinii politici. Questa è la verità della storia; e contestare a un movimento che voglia liberare il proprio Paese da un’occupazione straniera la legittimità del ricorso alle armi significa andare contro le leggi della storia. Si contesta quello che non è contestato dalla Carta dei principi dell’Onu: che un movimento nazionale che difenda una causa nazionale possa ricorrere alla lotta armata”.

L’insegnamento di Craxi rimane dunque attuale, anche se la lotta armata va tenuta distinta dal terrorismo tout court …

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