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Pier Paolo Pasolini

“Ho nostalgia della gente povera e vera che si batteva per abbattere quel padrone senza diventare quel padrone.” (Pier Paolo Pasolini (05/03/1922 – 02/11/1975).

Il 05.03.1922 nasce a Bologna Pier Paolo Pasolini , scrittore, poeta, regista e sceneggiatore, attore e drammaturgo. Comunista, fu iscritto al Partito Comunista Italiano. Figura poliedrica, è tutt’ora considerato uno dei più grandi intellettuali del Novecento e di tutti i tempi. Si indaga ancora sulla sua morte violenta, avvenuta a Lido di Ostia nel 1975.

Fu capace di prevedere quello che sarebbe stato il disfacimento della sinistra italiana, accompagnato dallo scioglimento del Partito Comunista Italiano: ““Io profetizzo l’epoca in cui il nuovo potere utilizzerà le vostre parole libertarie per creare un nuovo potere omologato, per creare una nuova inquisizione, per creare un nuovo conformismo. E i suoi chierici saranno chierici di sinistra”.

“…È questo illimitato mondo contadino prenazionale e preindustriale, sopravvissuto fino a solo pochi anni fa, che io rimpiango […] Gli uomini di questo universo non vivevano un’età dell’oro, come non erano coinvolti, se non formalmente, con l’Italietta […] Erano consumatori di beni estremamente necessari. Ed era questo, forse, che rendeva estremamente necessaria la loro povera e precaria vita. Mentre è chiaro che i beni superflui rendono superflua la vita (tanto per essere estremamente elementari, e concludere con questo argomento). Che io rimpianga o non rimpianga questo universo contadino, resta comunque affar mio. Ciò non mi impedisce affatto di esercitare sul mondo attuale così com’è la mia critica: anzi, tanto più lucidamente quanto più ne sono staccato, e quanto più accetto solo stoicamente di viverci.”

Infine su Terzo Mondo e mondo occidentale: “Ho detto, e lo ripeto, che l’acculturazione del Centro consumistico ha distrutto le varie culture del Terzo mondo (parlo ancora su scala mondiale, e mi riferisco dunque appunto anche alle culture del Terzo mondo, cui le culture contadine italiane sono profondamente analoghe): il modello culturale offerto agli italiani (e a tutti gli uomini del globo, del resto) è unico. La conformazione a tale modello si ha prima di tutto nel vissuto, nell’esistenziale: e quindi nel corpo e nel comportamento. È qui che si vivono i valori, non ancora espressi, della nuova cultura della civiltà dei consumi, cioè del nuovo e del più repressivo totalitarismo che si sia mai visto…”

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