Manuel M Buccarella
Il 14 luglio Marc Ribot ed il suo Ceramic Dog, dopo la pubblicazione di “Connection”, quinto album in studio in quindici anni, escono con un singolo, “Ecstacy”, di grande impatto ed un po’ in controtendenza rispetto al lavoro che lo contiene ,fatto di un insieme ibrido di musica e distonie sonore, di sperimentazione.
“Connection” viene salutato assai positivamente dalla critica, come l’ album migliore del terzetto composto dallo stesso Marc Ribot alla chitarra, dobro e voce, da Shahzad Ismaily a basso elettrico e Ches Smith a batteria e percussioni. Dedicheremo a questo singolare album un articolo ad hoc.
Con “Ecstacy” Ribot ed i suoi forniscono al pentagramma un tessuto sonoro differente, che in qualche modo restituisce alla tradizione, quella del rock psichedelico degli anni sessanta in particolare, la fantasia musicale. Non è forse un caso se questo singolo prende il nome di “Ecstacy”, strizzando l’ occhio proprio a quell’ MDMA che fu concepito dalla Bayer tedesca per il regime durante la seconda guerra mondiale ma che si è diffusa a livello di massa solo a partire dagli anni ottanta. Ad ogni modo, XTC non è propriamente una sostanza dagli effetti psichedelici, come per esempio l’LSD, ampiamente diffusa negli anni Sessanta e Settanta.
Qualunque sia l’origine del titolo della canzone, interpretata alla voce da Syd Straw, rileviamo come nella stessa possano leggersi chiari elementi propri, per esempio, della musica di Donovan o dei Doors, come di un certo Santana, soprattutto nell’ esecuzione delle parti solo di chitarra. Parti che, in ossequio proprio alla psichedelia, non sono semplici ripetizioni di scale di vario genere, in quanto Ribot vi aggiunge qualcosa di insolito e non ripetitivo, per colorarle e renderle più originali.
Si registrano inoltre richiami a Janis Joplin ed alla combinazione di blues e psichedelia che emerge dalla sua musica. Lo splendido organo è di Anthony Coleman.
