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Settimana corta e smart working, avanzano 2 leggi molto interessanti e il Governo le presenta anche all’Ue.

Proponiamo un articolo pubblicato in questi giorni dal sito businessonline (businessonline.it) a firma Marianna Quatraro, su un paio di disegni di legge o decreti legge che il governo starebbe predisponendo in tema di smart working e di settimana corta. Tali proposte sono destinate anche ad una migliore ed eventuale fruizione dei PNRR.

Il governo lavora alla definizione di due nuove leggi dedicate una allo smartworking e una alla settimana corta, non ancora presentate direttamente e ufficialmente all’Ue, ma delineate per riuscire ad ottenere i finanziamenti dedicati con il Pnrr.

Il piano del governo di lavorare su smartworing e settimana corta nasce dal fatto che una quota significativa di emissioni derivano dai trasporti e per ridurre l’inquinamento ‘basterebbe’ favorire la diffusione dell’elettrico e l’uso del trasporto pubblico e ridurre gli spostamenti che si possono evitare e con tale obiettivo, nella proposta di aggiornamento del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) che il governo ha inviato all’Ue, smartworking e settimana corta rappresentano le soluzioni per ridurre le emissioni.

Al momento si tratta solo di obiettivi generali, anche perché le posizioni del governo sul lavoro agile sono diverse. Lavorare in smartworking non significa lavorare quando e come si vuole ma si tratta di una modalità di lavoro che prevede regole specifiche da rispettare e il governo punta a definire nuove regole in tal senso, a partire da nuovi limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale per lo svolgimento del lavoro in smart working, stabiliti dalla contrattazione collettiva e dalla legge. L’intenzione del governo sarebbe quella di introdurre lo smart working come regolare modalità di lavoro ma solo se possibile in base alle diverse esigenze delle singole realtà produttive. Si potrebbe definire un piano di lavoro in smartworking in base ai giorni di lavoro settimanali o mensili, puntando sempre maggiore e particolare attenzione a genitori lavoratori con figli di età inferiore ai 14 anni e ai lavoratori fragili, come sta accadendo ora del resto.

Per quanto riguarda la settimana corta a lavoro, qualche tempo fa, si era già parlato dell’ipotesi di introduzione della settimana corta a lavoro di 4 giorni, che sta dando ottimi risultati in termini di produttività aziendale in realtà lavorative e Paesi dove è già stata avviata.

Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e il segretario nazionale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, hanno più volte ribadito l’importanza che potrebbe avere la riduzione dei giorni di lavoro e non solo, come perseguito dal governo, in termini di risparmio di emissioni inquinanti ma anche in termini di qualità di vita e lavoro dei lavoratori che potrebbero essere molto più produttivi.

Se le due nuove leggi su smartworking e settimana corta a lavoro dovessero essere effettivamente definite, potrebbero arrivare o con decreti appositi o nel prossimo Decreto Lavoro a cui il governo sta lavorando, probabilmente in autunno.

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