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“L’Unione Europea fa troppo poco per la pace in Ucraina”, la sferzata del cardinale Zuppi al Meeting di Rimini

All’ inaugurazione del Meeting di Rimini, il cardinale Matteo Zuppi ha fortemente criticato l’Unione europea: “Fa troppo poco per la pace”.

A questo proposito, in favore della fine del conflitto, l’Unione europea “fa troppo poco, dovrebbe fare molto di più. Deve cercare in tutti i modi di aiutare iniziative per la pace, seguendo l’invito di papa Francesco a una pace creativa” ha chiarito il presidente della Cei. Inoltre, “dovremmo cercare una ripresa dello spirito europeo, essere consapevoli di quanto questo sia indispensabile se vogliamo garantire ai nostri figli un futuro di pace”. Zuppi lo ha detto in un’intervista pubblicata oggi da Ilsussidiario.net.

“Il problema dei nazionalismi, qualunque essi siano, è che se si collocano in un respiro ampio, universale, prima o poi diventano pericolosi perché contrappongono e dividono” osserva il porporato.Si può evitare questa prospettiva?, gli viene chiesto. “Sì, se prevale l’amore per il proprio Paese, che è fondamentale e decisivo per tutti e che dobbiamo aiutarci a difendere” risponde Zuppi. E subito precisa: “Esso però deve collocarsi nel concerto delle nazioni. Mai dimenticarsi di far parte della famiglia umana, o smettere di pensarsi all’interno di questa”.

E anche le chiese ortodosse “mi auguro che sappiano essere strumento di pacificazione, e trovare vie di dialogo. È il comandamento di Gesù. Chissà che questa guerra non sia occasione di nuovo dialogo tra le Chiese, tutte le Chiese” conclude Zuppi.

Dopo le tre tappe, attesa per la visita a Pechino “Tutti quanti vogliono la pace, perché la guerra è terribile. Le ragioni degli uni e degli altri, invece, portano purtroppo a punti di vista molto diversi. Queste diversità non devono far perdere a noi la chiarezza della responsabilità, dell’aggressore e dell’aggredito. Dobbiamo credere che ci sia un modo per arrivare a una pace giusta e sicura non con le armi ma con il dialogo. Questo non è mai una sconfitta e richiede garanzie e responsabilità da parte di tutti”.

Dopo essere stato a Kiev, a Mosca e a Washington, l’inviato di pace di Papa Francesco attende di andare anche a Pechino
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