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Con il “decreto Asset” del 7 agosto arriva, a sorpresa , l’imposta sugli extraprofitti delle banche maturati con gli aumenti degli interessi sui mutui (manovre Bce). Attesi circa 2 miliardi.

ma.bu

Nel decreto Asset, approvato il 7 agosto dal Consiglio dei ministri, c’è anche una norma che riguarda la tassazione degli extraprofitti delle banche. Il prelievo sugli extraprofitti delle banche, secondo quanto si apprende da fonti di governo, dovrebbe portare alle casse dello Stato più di due miliardi. La misura è stata approvata a sorpresa dal Cdm e inserita all’interno del decreto Asset. 

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti spiega ad Il Sole 24 Ore che l’imposta prende sostanzialmente di mira il margine di interesse. L’ imposta del 40% sarà in due blocchi. La prima parte sarà calcolata sulla differenza tra interessi passivi e attivi tra l’esercizio 2021 e 2022, con una franchigia del 3%. L’altra si calcola sull’eccedenza del 6% maturata tra 2021 e 2023.

L’imposta non potrà comunque superare il 25% del patrimonio netto alla data di chiusura dell’esercizio 2022. Il contributo andrà versato entro il 30 giugno 2024. Ovvero sei mesi dopo la chiusura dell’esercizio 2023. L’imposta non sarà deducibile da quelle sui redditi e dall’Irap.

Secondo un’analisi del sindacato First Cisl i primi cinque grandi istituti di credito italiani(Intesa San Paolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps e Bper) hanno superato complessivamente nel primo trimestre la soglia dei 10,3 miliardi di euro di utili netti. In crescita del 66% rispetto all’anno precedente. Da questi numeri il governo Meloni ha tratto la convinzione della necessità di una tassa sugli utili delle banche.

Secondo il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini “è una norma di equità sociale. La tassa andrà a sostenere le famiglie in difficoltà con il mutuo prima casa e ad alimentare il fondo taglia tasse.”

La misura sembra essere però meno afflittiva di quanto possa sembrare per il settore bancario, attesa la numerosità degli istituti operanti in Italia. Spalmare poco più di due miliardi di imposte sull’intero sistema non dovrebbe comportare sacrifici enormi per le banche, in considerazione dei superprofitti maturati e maturandi, fermo restando che il grosso, ovviamente, verrebbe in proporzione dagli operatori più grandi.

L’annuncio della misura ha creato comunque lo scompiglio in Piazza Affari, dove i titoli delle banche hanno tutti aperto in forte negativo, bruciando circa 10 miliardi di euro.

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