NonSoloMusicaMagazine

Rinnovo contratto dei bancari. Patuelli (ABI):”Ok ad aumento stipendi, purché sostenibile”.

Manuel M Buccarella

Qualche giorno fa il presidente dell’ ABI, associazione datoriale dei banchieri, Antonio Patuelli, a proposito dell’atteso rinnovo del contratto nazionale di categoria, già scaduto dal 31 dicembre 2022 ed in relazione al quale le organizzazioni sindacali con una piattaforma comune avevano avanzato una richiesta di aumento salariale pari a 435 euro mensili lordi (da corrispondere in tre anni ndr), ha confermato la disponibilità dei banchieri ad addivenire ad un nuovo contratto che preveda anche aumenti salariali.

“É necessario tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori” e “favorire la contrattazione di secondo livello”, ma dovrà essere un aggiornamento “lungimirante e sostenibile”, che tenga conto dei mutamenti nel mondo bancario, ha affermato Patuelli nella relazione all’Assemblea annuale dell’ABI.

“Occorre aggiornare il contratto nazionale, tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori, favorire la contrattazione di secondo livello che comprende anche i ‘premi aziendali’, in un mondo bancario molto diversificato e concorrenziale che sta cambiando molto rapidamente”, ha detto Patuelli, ma serve un aggiornamento “lungimirante e sostenibile”.“

Il prossimo rinnovo del contratto nazionale dei bancari è un banco di prova fondamentale per il settore e per le sue relazioni industriali, che devono continuare a connotarsi, ha sottolineato Patuelli, per lungimiranza e spirito costruttivo.

“Le banche italiane non sono soltanto imprese in concorrenza tra loro, ma fanno parte di un sistema, che come tale ha dimostrato di muoversi in occasione dei salvataggi operati attraverso il Fondo di garanzia sui depositi, che dovrebbe operare in via prioritaria per prevenire anziché solo per sostenere i costi delle crisi bancarie”. Lo dichiara il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani.“Nella piattaforma unitaria abbiamo chiesto che l’aumento retributivo risponda all’esigenza di tutelare il potere d’acquisto ma anche a quella di redistribuire parte della produttività, che è tra le ragioni della straordinaria crescita degli utili conseguita dalle banche. Resta in ogni caso basilare, in questo quadro, il ruolo della contrattazione collettiva nelle banche e nei gruppi bancari, cui è demandato – ha concluso Colombani – il compito di garantire ulteriori incrementi salariali anche attraverso i “premi aziendali”, nonché la gestione dei cambiamenti che stanno maturando nell’organizzazione del lavoro”.

“Bene Patuelli sul rinnovo del contratto dei bancari, ora la trattativa deve decollare per dare risposta alle lavoratrici e ai lavoratori, così come all’insieme del Paese”. Così la segretaria generale della Fisac Cgil, Susy Esposito, a margine dell’assemblea dell’Abi.

“È pienamente condivisibile – precisa Esposito – l’esortazione del presidente Patuelli nel considerare determinante l’impegno per il nuovo contratto collettivo nazionale di Lavoro dei 280 mila lavoratrici e lavoratori del credito, affinché si rigenerino relazioni industriali ‘costruttive e lungimiranti’. Tanto più in vista di una ripresa che si attenua, come afferma anche il governatore della Banca d’Italia Visco, oltre che per l’effetto restrittivo dello stesso aumento dei tassi della Banca centrale europea”.Per la segretaria generale della Fisac Cgil, “è indispensabile incrementare il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori del settore bancario, espandere l’occupazione, aumentare diritti, tutele e inclusività, estendere il welfare e governare insieme le trasformazioni in atto, a partire da quella digitale. Altro che stallo, il negoziato per il nuovo contratto deve decollare. Per il bene delle lavoratrici e dei lavoratori, ma soprattutto per il futuro dell’economia nazionale e dell’intero sistema paese, visto il ruolo sociale e di leva per lo sviluppo del settore finanziario”, conclude Esposito.

Nella piattaforma i sindacati del credito chiedono inoltre maggiori garanzie e tutele per lo smart working, per le trasformazioni del lavoro derivanti dalle nuove tecnologie e soprattutto dall’applicazione dell’intelligenza artificiale, per le cessioni di ramo d’azienda, per donne e tempo libero etc.

Alla fine, quanto saranno “sostenibili” le richieste dei lavoratori rispetto alle posizioni dei banchieri? In tempi non sospetti, infatti, gli Ad di alcune banche avevano manifestato perplessità sulle richieste economiche dei sindacati, ricordando che le condizioni attuali dell’economia domestica ed internazionale non consentano di fare dormire sonni tranquilli neppure alle banche, con l’aumento di imprese e famiglie in crisi, che comporteranno una contrazione dei ricavi e degli utili per le stesse banche.

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti