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L’ESERCITO ISRAELIANO ATTACCA JENIN: 8 MORTI E 50 FERITI

DUE PESI E DUE MISURE

Luciano Graziuso

Ci tocca commentare purtroppo l’ennesimo vile attacco di Israele nei confronti del popolo palestinese, stavolta avvenuto a Jenin, nella Cisgiordania settentrionale; il bilancio parziale è di 8 morti e 50 feriti, di cui 10 in modo molto grave. Il governo israeliano come sempre si arrampica sugli specchi cercando di spiegare l’ennesima carneficina con la motivazione della caccia ai “terroristi”, ma ovviamente non esistono giustificazioni per un’aggressione così brutale effettuata con bombardamenti aerei su edifici civili (vi sono ancora corpi sotto le macerie) e ben 1000 soldati armati di tutto punto (sappiamo quanto bene siano addestrate ed equipaggiate le forze armate di Israele) contro non un altro Paese, ma una piccola cittadina.

Abu Mazen, presidente dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), parla giustamente di “crimine di guerra nei confronti di un popolo indifeso” ed esorta la comunità internazionale, che come sempre purtroppo fa orecchie da mercante quando si tratta della Palestina, a “rompere il suo vergognoso silenzio e ad agire seriamente per costringere Israele a fermare la sua aggressione”. Ma è come se il mondo si fosse abituato al “conflitto nei territori occupati”, così come del resto ci si abitua a tutto. D’altra parte, dal 1948 ad oggi, l’ONU ha emesso centinaia di “risoluzioni” contro Israele, agghiaccianti se ne si leggono le motivazioni, ma accade che alcune “aggressioni” e “occupazioni” di parti di Paesi o addirittura di intere nazioni ( Afghanistan, Iraq etc. ) siano considerate normali e a volte addirittura dovute (per “portare la democrazia” e altre amenità del genere), mentre la sofferenza e l’umiliazione continue del popolo palestinese nella propria stessa terra ormai facciano parte quasi di un “cliché” quotidiano del giornalismo mondiale.

Ad ora, infatti, solo Egitto e Giordania hanno espresso la loro esplicita condanna dell’ “attacco”, mentre non possiamo fare a meno di notare che, quando la Russia il 24 febbraio 2022 invase alcuni territori ucraini, l’indignazione ebbe, e ancora ha, tutte quelle caratteristiche di vero e proprio scandalo, ferocia oltremodo violenta, riprovevole e politicamente irricevibile che ancora ha, a distanza di quasi un anno e mezzo.

Alcuni analisti, studiosi di politica internazionale, opinionisti hanno espresso delle critiche in proposito, anche in Italia, ma sono stati e tuttora sono “silenziati” dalla maggior parte del mondo dell’informazione e della comunicazione. Gli esponenti del nostro governo non sembrano molto toccati da questa tragedia… Ecco infatti alcune loro dichiarazioni odierne: Giorgia Meloni: “L’Italia cresce, è la più affidabile dell’Eurozona” (non è una barzelletta, lo ha detto davvero…) ; Tajani: “il ministro Raffaele Fitto sta lavorando sulla terza rata del PNRR” ; e per finire Crosetto a proposito delle rivolte in Francia: “ (I francesi) devono sanare le diseguaglianze che si sono create negli ultimi 20 anni” (da che pulpito viene la predica…).

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