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Lecce, presentazione del rapporto di Amnesty International sull’apartheid israeliano in Palestina.

Oggi alle ore 18 a Lecce
presso la sala auditorium del museo Sigismondo Castromediano, presentazione del rapporto di Amnesty International sul regime di apartheid israeliano in Palestina.

Interverranno Nabil Bey Salameh (palestinese, docente, attivista e fondatore dei Radiodervish), Tina Marinari (coordinatrice campagne di Amnesty), Carlo Mileti (cooperante, presidente SudSud MADE in DIGNITY Lecce).

Con il patrocinio del Comune di Lecce e del Polo Bibliomuseale di Lecce.

L’iniziativa si pone come obiettivo quello di far luce e sensibilizzare sulle violazioni dei diritti umani ai danni dei cittadini palestinesi in Israele, denunciate da diversi enti e associazioni che operano a livello internazionale.

La prima a parlare di apartheid è stata nel gennaio 2021 B’tselem, la più grande organizzazione per i diritti umani di Israele, estendendo l’utilizzo della parola «apartheid», alla totalità delle forme di governo applicate dallo Stato di Israele sui palestinesi sotto la sua giurisdizione, siano essi cittadini israeliani o meno e dichiarando lo stesso un “sistema di supremazia ebraica dal Giordano al Mediterraneo”.Ad aprile 2021 l’organizzazione internazionale Human Rights Watch nel suo rapporto dichiara che “le autorità di Israele stanno commettendo crimini contro l’umanità, crimini di apartheid e persecuzione razziale”.Amnesty International poi il 1 febbraio del 2022 lanciava una campagna accompagnata dalla pubblicazione di un rapporto nel quale denunciava il sistema istituzionalizzato di oppressione e dominazione nei confronti dei palestinesi attuato da Israele che “impone un sistema di oppressione e dominazione sui palestinesi in tutte le aree sotto il suo controllo in Israele e nei territori occupati”.Il rapporto che presentiamo a Lecce – si legge nel comunicato – dimostra come le leggi e le politiche israeliane vengano applicate col prevalente obiettivo di mantenere una maggioranza demografica ebraica e massimizzare il controllo sulla terra e sulle risorse, cosicché a beneficiarne siano unicamente gli ebrei israeliani.Attraverso la ricerca, l’analisi, le testimonianze, l’osservazione sul campo, Amnesty è riuscita a verificare il mancato riconoscimento dei diritti fondamentali nei confronti dei palestinesi, documentando le uccisioni da parte delle autorità israeliane, soprattutto nel corso dei sempre più frequenti raid militari e delle operazioni d’arresto, così come la costante ed impunita violenza perpetrata da parte dei civili israeliani, siano esse a danno di persone o di proprietà.Risulta più che mai importante comprendere la situazione drammatica in cui versano centinaia di migliaia di persone da troppi anni, ribadendo la necessità di una netta presa di responsabilità da parte delle autorità israeliane e del conseguente rispetto del diritto internazionale dei diritti umani, al pari del discostamento dal sostegno da parte della comunità internazionale nei confronti di quegli stati, nello specifico Israele, che si macchiano di crimini contro l’umanità.

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